Mar. Ott 8th, 2024

Il recente G7 Agricoltura, tenutosi nell’incantevole cornice di Ortigia, ha deluso le aspettative di molti. Mentre l’isola siracusana si preparava ad accogliere i ministri delle principali potenze mondiali con l’obiettivo di discutere su questioni fondamentali legate all’agricoltura e alla sicurezza alimentare, i risultati dell’incontro si sono rivelati ben al di sotto delle aspettative. Il vertice si è trasformato in un simbolo di opportunità mancate e promesse infrante, sollevando critiche da parte di esperti del settore e movimenti ambientalisti.

Tematiche cruciali ignorate

Uno dei principali fallimenti del G7 Agricoltura è stato l’incapacità di affrontare in modo concreto alcune delle questioni più pressanti per il settore agricolo a livello globale. Si era parlato di sostenibilità, sicurezza alimentare e innovazione tecnologica come temi centrali. Tuttavia, a conclusione del vertice, le dichiarazioni congiunte si sono limitate a enunciazioni generiche e prive di impegni vincolanti.

Le aspettative erano alte: l’agricoltura globale è sotto pressione per la crisi climatica, la diminuzione della biodiversità e l’aumento dei costi di produzione. Le proposte di ridurre le emissioni di gas serra nel settore agricolo e incentivare pratiche sostenibili sono state solo superficialmente menzionate, senza offrire un piano d’azione dettagliato o investimenti concreti. Questo ha lasciato molti critici con la sensazione che i leader mondiali non abbiano compreso la gravità della situazione.

La questione del cambiamento climatico

Uno degli aspetti più deludenti è stata la quasi totale mancanza di discussione sul ruolo cruciale che l’agricoltura gioca nel cambiamento climatico. In un momento in cui le ondate di calore, le siccità e le alluvioni mettono in ginocchio i produttori agricoli in tutto il mondo, la necessità di adattare i sistemi agricoli ai cambiamenti climatici è evidente. Tuttavia, il vertice non ha prodotto alcuna strategia concreta per affrontare questo problema. Gli impegni per ridurre le emissioni di carbonio nel settore agricolo, per esempio, sono rimasti vaghi, senza target specifici o tempi di attuazione definiti.

Molti osservatori avevano sperato in una maggiore attenzione alle pratiche agricole rigenerative e alla promozione di tecnologie innovative per ridurre l’impatto ambientale. Invece, il vertice si è concluso senza alcun avanzamento significativo su questi fronti, lasciando irrisolta una delle sfide più urgenti per il futuro del pianeta.

Le proteste delle ONG e dei movimenti contadini

Durante i giorni del vertice, Ortigia è stata teatro di manifestazioni da parte di organizzazioni non governative, movimenti ambientalisti e associazioni di agricoltori. Le proteste hanno sottolineato il malcontento diffuso tra coloro che sentono di essere stati esclusi dal dibattito e dalle decisioni che influenzano direttamente le loro vite. I piccoli agricoltori, in particolare, hanno espresso frustrazione per l’apparente mancanza di volontà politica di sostenere le economie rurali e promuovere un’agricoltura più equa e sostenibile.

Le proteste hanno inoltre denunciato l’assenza di discussione su un’agricoltura locale e resiliente, nonché sulla necessità di difendere i diritti dei contadini e dei lavoratori agricoli. Le critiche si sono concentrate soprattutto sull’approccio top-down adottato durante il G7, che ha visto l’agricoltura trattata come un affare globale, gestito dalle multinazionali e dagli interessi economici dei grandi paesi industrializzati, senza tenere conto delle realtà locali.

Mancanza di coordinamento internazionale

Un ulteriore punto di critica è stato il mancato coordinamento tra i paesi del G7 su politiche comuni. Il vertice avrebbe dovuto fungere da piattaforma per una cooperazione più stretta su questioni come l’approvvigionamento alimentare e la regolamentazione del mercato agricolo. Tuttavia, le differenze politiche e ideologiche tra i vari paesi hanno impedito di raggiungere un consenso chiaro su come affrontare le sfide globali. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno mostrato riluttanza a impegnarsi su questioni legate alla riduzione dei sussidi agricoli e alla promozione di un commercio equo, mentre l’Europa ha spinto per una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, senza però ottenere risultati concreti.

Conclusioni: un vertice di parole vuote

Il G7 Agricoltura di Ortigia avrebbe potuto rappresentare un’opportunità per segnare una svolta nell’approccio globale all’agricoltura e alla sicurezza alimentare. Tuttavia, il mancato raggiungimento di accordi sostanziali ha trasformato l’evento in un fallimento. Mentre i leader mondiali hanno lasciato l’isola con dichiarazioni di intenti e foto di rito, i problemi reali dell’agricoltura mondiale restano irrisolti.

In un contesto di crisi climatica e di crescente incertezza alimentare, l’incapacità dei grandi del mondo di agire con decisione mette in pericolo non solo il futuro dell’agricoltura, ma anche la sicurezza alimentare delle generazioni future. La speranza è che eventi futuri sappiano cogliere l’urgenza del momento e fornire risposte adeguate alle sfide che il mondo agricolo si trova a fronteggiare.

Di Giuseppe Cianci

Sono Giuseppe, 66 anni, fotografo per passione, webmaster, writer ed amante dei viaggi. Amo la mia Sicilia, che io considero l'isola più bella al mondo. Come blogger, racconto di tutto quello che mi interessa, dagli eventi ai viaggi, dalla politica alla difesa dei diritti dei più deboli. Scrivo in modo diretto, mi piace avere sempre un tono di voce cordiale e sincero.

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